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Siamo esseri spirituali che ci Re-incarniamo?


Il punto 0 è comprendere che ogni manifestazione materiale “vivente o non”, ha una propria Energia, Vibrazione e Frequenza, interconnessa con il Tutto.

Ma andiamoci per “gradi” … partiamo da Noi “esseri con un corpo fisico animato” da un’energia che non muore mai chiamata appunto Anima.

Cominciamo a fugare ogni dubbio sul concetto che la morte, per l’Anima non esiste, e che nel suo percorso esperienziale in questo pianeta si reincarna passando da un corpo all’altro e da una vita all’altra.

Ci sono ormai tanti studi medici e scientifici che danno conferme a quelle che, fino a qualche anno fa, venivano classificate come teorie e filosofie spirituali di varie culture del passato. Nonostante l’insabbiamento “forzato” dei poteri che hanno governato il mondo, queste culture hanno resistito e tramandato ai giorni nostri la loro sapienza, che sta riemergendo, grazie anche ai moderni mezzi di network ed oggi viene facilmente e velocemente divulgata.

Tra i tanti, ho scelto di iniziare riportando il lavoro di uno scienziato forse meno conosciuto rispetto ad altri ma che è stato molto incisivo sull’argomento: Ian Stevenson, professore di psichiatria all’Università di Charlottesville in Virginia, e studioso della reincarnazione. Per anni ha studiato vari casi e ha ricercato le prove scientifiche che segni, voglie, cicatrici e anomalie fisiche, cui i medici non hanno saputo dare spiegazioni, sono riconducibili a una “memoria di una precedente vita che si materializza”.

In circa trenta anni di ricerche ha analizzato più di 2000 casi di bambini che spontaneamente raccontavano la loro vita precedente.

Nei suoi libri “Bambini che ricordano altre vite”, “Reincarnazione: 20 casi a sostegno”, “Segni di nascita” ,”le prove della Reincarnazione”, Stevenson raccoglie casi interessanti, riscontrati in giro per il mondo e in diverse culture, documentati con foto, referti e testimonianze.

C’è per esempio Jacinta Agbo, una bambina nigeriana, che alla nascita (1980) presentava sulla nuca, una lunghissima cicatrice. Quando fu in grado di parlare, Jacinta spiegava quella ferita descrivendo un uomo di nome Nsude che durante una lite era stato pesantemente ferito alla testa. Portato all’ospedale di Enugu, il chirurgo durante l’operazione nel tentativo, non riuscito, di salvarlo gli aveva praticato una lunga incisione sulla nuca. I fatti erano avvenuti nel 1970 e Stevenson ebbe modo di controllarli.

Un’altra storia e quella dell’indiano Gobal Gupta, che a due anni cominciò a sostenere di essere appartenuto in passato ad una famiglia di una casta più alta dell’attuale, che viveva in una città a 160 chilometri di distanza da quella dei suoi genitori e che uno dei suoi fratelli gli aveva sparato uccidendolo: questi elementi sono stati puntualmente verificati.

il caso di Semith Tutusmus, un ragazzino turco nato con una pesante malformazione all’orecchio destro che attribuiva dai suoi ricordi alla morte violenta di una personalità precedente, causata da colpi di arma da fuoco che, gli avevano maciullato anche un orecchio. 



Il professor Stevenson ritiene che i segni di nascita confermino i ricordi dei bambini e dimostrino che una personalità “energetica” definita, può influire sul corpo in formazione nel ventre materno. 

Si tratterebbe in sostanza, di un’azione psicocinetica, ovvero dell’impressione della memoria dello spirito, sul corpo in gestazione, dei segni delle ferite che portarono a un decesso tanto traumatico da lasciare tracce profonde e permanenti.

Oppure c’è il caso della srilankese Shamlinie Prema, che dai primi giorni della nascita mostrava un totale rifiuto per l’acqua quando le volevano fare il bagno e che piangeva ogni volta che vedeva passare un autobus. Quando cominciò a parlare, la bambina raccontò che una mattina, all’età di undici anni, mentre andava a scuola, la strada era allagata e un autobus passando l’aveva schizzata facendola cadere in una risaia piena di acqua dove sarebbe morta affogata. I suoi genitori trovarono sui giornali locali questa storia esattamente come l’aveva riportata la figlia.

La vasta casistica, l'approccio rigorosamente scientifico e critico, la cautela con la quale Stevenson azzarda delle conclusioni, convincono anche gli scettici ad assumere una posizione più possibilista, sconvolgendo le salde "certezze" del pensiero occidentale.

La lettura di questi studi raccolti nei libri su indicati, è un buon inizio per chi è alla ricerca di qualche risposta e chiarimenti sulle dinamiche vita-morte-reincarnazione. Ma come ho appena scritto, questo è solo un punto di partenza per un percosso che ci porta verso la conoscenza di cosa è realmente l'essere umano e del suo ruolo nell'Universo o nel Multiverso ...

Michele Bottiglia

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